
per sommi capi.
Alberto Patrucco si avvicina al mondo artistico attraverso la musica. Questa formazione, la conoscenza del ritmo e della musicalità, avrà un peso determinante nella costruzione dei suoi monologhi e del suo modo di fare teatro.
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Debutta ufficialmente nel 1976 al Teatro Cabaret La Bullona a Milano. Entra in contatto con il mondo del cabaret e assimila l’etica e il modo di intendere e fare spettacolo di quegli anni. La proposta artistica di Patrucco è semplice e in linea coi tempi: monologhi e ballate, eseguite al pianoforte o alla chitarra, per raccontare storie con parole e canzoni originali, per lo più umoristiche.
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Tra la fine degli anni 70 e gli inizi degli anni 80, inizia un’intensa attività in molti locali milanesi e, nelle nascenti tivù private, affronta le prime esperienze televisive (in particolare, su Antenna Nord – l’attuale Italia 1, allora di proprietà dell’editore Rusconi – conduce “Dedicomania”, un programma comico ispirato dal vivace mondo delle radio libere).
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Con il boom commerciale del cabaret, grazie alle doti dimostrate sul palco e al proliferare di agenzie di spettacolo, Patrucco allarga il suo raggio d’azione in tutta Italia. Dal 1980 al 1990 propone una serie di spettacoli che a buon diritto entrano nella storia di questo genere. Abbandonata la musica, per un decennio sperimenta, approfondisce il monologo satirico puro, sviluppando uno stile personale e inconfondibile, riprendendo le canzoni solo in qualche occasione. Sono di quegli anni gli spettacoli: “Gira la terra gira”, “Superfluomania”, “Kitsch Boom”, “Pesi massimi” e “Contromano”.
A partire dal 2000, le esperienze televisive si sommano: i primi “Zelig” e “Colorado Cafè”, oltre a “Funari News”, “Ballarò” e la più recente “XLove”, su Italia 1, nel 2015.
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È in questo periodo che definisce l’argomento centrale del suo cabaret, ovvero, l’originale tesi del Pessimismo Comico che prenderà vita attraverso tappe precise e ben delineate:
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dal 2000 al 2005 elabora “Tempi bastardi” (libro Mondadori e spettacolo);
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nel 2005 prende parte alla Trentesima Rassegna della Canzone d’Autore, organizzata dal Club Tenco e trasmessa da Rai due;
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dal 2006 “Vedo buio!” (libro Mondadori e spettacolo).
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A partire dal 2007, riprende il discorso musicale interrotto anni addietro. Col consenso degli eredi, inizia ad adattare e interpretare alcune opere di Georges Brassens mai tradotte in italiano. Torna a cantare e dà vita a uno spettacolo comico inusuale: un incontro tra satira parlata e satira cantata. Inizia così un percorso che lo condurrà a numerose e varie esperienze.
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Dall’ottobre 2007 al febbraio 2009, scrive per Emme, il settimanale satirico diretto da Sergio Staino.
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Nel 2008, esce “Chi non la pensa come noi – Alberto Patrucco interpreta Georges Brassens” (cd Edel).
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Dal 2009 al 2011, mette in scena lo spettacolo di comicità e canzoni “Chi non la pensa come noi”.
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Nel 2010, è la volta di “NECROLogica – Un libro lapidario” (libro Foschi Editore). Si tratta di una moderna Antologia di Spoon River, in salsa umoristica, arricchita dalle illustrazioni di Sergio Staino e un raffinato cd musicale.
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Dal 2012 al 2013, va in tour con “Molestia @ parte”, ancora con la formula collaudata Comicità e Musica d’Autore.
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Da gennaio a giugno 2014, “Satira Volante”. Appuntamento umoristico settimanale, in diretta, per “Ottovolante” – rai Radio2.
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Nel 2014, esce “Segni (e) particolari – Alberto Patrucco e Andrea Mirò cantano Georges Brassens”. Tredici nuove traduzioni, frutto dell’emozionante percorso compiuto tra le parole e la musica del più raffinato cantautore francese del secolo scorso (cd Sony Music).
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Dal 2014, “Segni e particolari” diventa spettacolo, con Andrea Mirò in scena. (Direzione musicale di Daniele Caldarini).
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Il 27 Giugno 2015, Patrucco è unico protagonista al Festival Brassens “Auprès de son arbre” a Parigi.
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Dal 2015, lo spettacolo teatrale trova il suo approdo ideale: “Degni di nota – Tra Gaber e Brassens”, con Andrea Mirò. Daniele Caldarini (Pianoforte, Tastiere e Direzione Musicale), Francesco Gaffuri (Contrabbasso e Basso Elettrico), Jacopo Pugliese (Batteria e Percussioni).
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Dal 2018, è in scena con lo spettacolo teatrale “C’era una svolta”. L’esilarante storia, tra monologhi e canzoni, di un cabarettista a partire dalla fine degli anni ’70 per arrivare ai giorni nostri.
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Nel 2019 realizza “EconoComiche”, quattro originali video satirici su temi di carattere economico e finanziario.
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Nel 2021 dà alle stampe “AbBRASSENS” (Paginauno Edizioni), una non-biografia che attraverso i tanti tesori presenti nell’opera del geniale cantautore d’oltralpe riflette sulle tematiche preferite da uno degli indiscussi padri della canzone d’autore.
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Patrucco è tra i protagonisti della 44Í£ Rassegna della Canzone d’Autore – Tenco 2021.
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Pubblica su Spotify una straordinaria e intimista versione de “Lo scettico”, adattamento in italiano del capolavoro di Georges Brassens. (Rielaborazione musicale di Michele Tadini).
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Dal 2022, “Contrattempi moderni”: il nuovo spettacolo teatrale di carattere satirico sui tempi – e i contrattempi – che corrono.
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A giugno 2023 è uscito il nuovo disco "AbBrassens" dedicato alle opere meno tradotte e conosciute di Georges Brassens.
Dal 2002 l’impegno creativo, motore degli spettacoli dal vivo, delle pubblicazioni e dei monologhi televisivi, è condiviso con Antonio Voceri.
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Nel 2005, gli viene assegnato il Premio Charlot (Cabaret con la K). Nel 2007, il Premio Walter Chiari, il Premio Satiroffida e il Delfino d’oro. Nel 2010, il Premio Paolo Borsellino per l’impegno culturale. E, nel 2016 il Premio Oscar del Successo e il Premio Giorgio Faletti.
Tutta l’opera di Alberto Patrucco si può considerare come un gigantesco work in progress che ruota attorno alla spiazzante tematica del Pessimismo Comico. L’autore è alla perenne ricerca della singolare normalizzazione di questo tema che racchiude la sua visione del mondo. Sul palcoscenico e nei suoi libri, sviscera la realtà rivoltandola e trovando gli amari ed esilaranti lati ironici.
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Patrucco si caratterizza per un accostamento corretto alle varie forme di comunicazione che si trova ad affrontare. La scrittura rimane l’elemento centrale del discorso artistico, il punto di partenza: il contenuto umoristico è più importante dell’effetto esilarante.
